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Nel tratto di costa che guarda il Vulture, stretta tra le Saline più estese d’Italia e il Mar Adriatico, Torre di Pietra dà il nome alla località che si estende su ampie arenili nere e ferrose. Nel XI sec. a.C., sul promontorio sommerso che si ergeva a una decina di metri dal bagnasciuga, sorgeva la città di S. Nicolao de Petra, dove prima, sul finire del I sec. a. C., l'antica città di Salapia Vetus (localizzata sul Monte Salpi e qui rifondata in "luogo più salubre", come tramanda Vitruvio) pose il suo porto. A una distanza di 4 miglia, Salapia Vetus era collegata al suo scalo mediante un canale che sfociava in corrispondenza di Torre Pietra. Allora, da quanto scrive il geologo arabo El Edrisi nel 1157, questo tratto di costa formava un vasto triangolo, la cui punta avanzata si spingeva nel mare in direzione di Torre Pietra per oltre 4 km.
Nel 1223 un terremoto-maremoto, seguito da altri nel 1255 e il 1267, rovinò i centri costieri di Siponto, Petra e Sancta Maria de Salinis.
Nel XV-XVI secolo, in seguito al fenomeno erosivo generato da un periodo particolarmente tempestoso, il promontorio di Petra iniziò ad abissarsi, tanto da essere indicato dai pescatori locali come Île de Prate e da assottigliarsi fino alla scomparsa, con la conseguente sommersione di un grande patrimonio di fertili arenili.


"Di Pietra non vi è rimasto qualche vestigio, e si conserva il nome nel lido del mare, lontano dalla foce dell'Ofanto miglia otto verso l'Occidente, qui si veggiono alcune ruine coverte dalle onde marine a tempo di buonaccia, o quando il reflusso le scuopre. Dove anco è edificata una torre di guardia presso il pantano dell’antica distrutta Salpi" (G. P. Grimaldi, Sul giacimento del lido Appulo p.p. 4-5).


Oggi, sotto la superficie dell'acqua che bagna Torre Pietra, vi sono resti di strade, costruzioni e reperti di antichissime origini. Dall'alto, il promontorio si riconosce in una grande macchia scura sul fondo azzurro del mare. Sulla spiaggia si conservano i resti di una struttura muraria in parte ancora visibile, in parte sommersa dalle acque. Il legame tra questo borgo e i "salinari", attuali coltivatori di arenili, trova le sue radici nell'antica fondazione della città, consentendo che la storia e la legenda si intreccino in questi luoghi, di mare e di palude.


In questi territori nasce Sal (dal latino, sal-salis, sale, acqua del mare, grano di una pietra preziosa), esito di un lavoro culturale e investigativo sui luoghi e sulle storie, realizzato dagli studenti del laboratorio di "Fotografia e rappresentazione del territorio", tenuto da Michela Frontino nel corso annuale 2016/17 della scuola di fotografia e cinematografia "F. Project" di Bari.


Il disvelamento e l'immaginario di ciò che non è immediatamente visibile è il risultato di un'esperienza che travalica il punto di vista prettamente scientifico ed elabora una rappresentazione inedita e interpretativa. Dalla zona umida, alla costa, i ricordi degli abitanti incrociano le voci degli studiosi e degli archeologi. Dalla leggenda di Alma Dannata, amante e vittima dell’eroe Annibale, ai racconti dei contadini e dei pescatori che convivono in quella sottile lingua di terra destinata a scomparire, si ricompongono i frammenti di un paesaggio che sopravvive nei racconti e nella storia, nell'impronta che ha lasciato sulla vita delle persone e nei resti custoditi dal tempo, sul fondo dell'Adriatico.

Sal è frutto del laboratorio di "fotografia e rappresentazione del territorio" a cura di Michela Frontino.

Hanno partecipato: Francesco Confalone, Francesca De Chirico, Teresa Dell'Aquila, Giada Giannoccaro, Rosaria Loiacono, Eleonora Molinari, Nicola Pappalettera, Clara Putignano, Francesco Ribezzo, Valeria Recchia.

Autori delle fotografie e dei video: Francesco Confalone, Francesca De Chirico, Teresa Dell'Aquila, Giada Giannoccaro, Rosaria Loiacono, Eleonora Molinari, Nicola Pappalettera, Clara Putignano, Francesco Ribezzo.

Sal è un magazine pensato e disegnato in occasione di un laboratorio con Fosi Vegue, Federico Clavarino e Michele Tagliaferri di Blank Paper Escuela de Fotografia.

Sal è un'installazione curata da Roberta Fiorito e Bordo Studio, realizzata grazie alle braccia e alle teste di: Arianna Ancona, Ros Brown, Ivan De Santis, Nicola Dipierro, Eleonora Molinari, Nico Murri, Francesco Ribezzo e gli studenti dell'anno accademico 2016/2017.

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